mercoledì 14 marzo 2012

Introduzione ai Kanji II 漢字って何だよ?!後編

Con questo episodio metteremo un punto all'introduzione ai Kanji, e sapremo quanto dobbiamo sapere per cominciare a rapportarci con loro in maniera più sensata. Andare alla cieca non ha mai davvero aiutato nessuno, no?

È il caso dunque di riaprire il discorso sulle letture. Abbiamo detto che ogni kanji ha almeno circa due letture. Questo è il pensiero generale, di certo non una legge. Abbiamo stabilito che esiste una lettura detta kun'yomi (lettura giapponese o secondo la scrittura) e una detta on'yomi (lettura cinese o secondo il suono).

Cominciamo ad approfondire la on'yomi.
Le diverse on'yomi sono letture importate dalla Cina in diversi momenti durante l'evoluzione della lingua.
Sono in genere utilizzate nelle parole composte da più kanji, chiamate 熟語 jukugo. Una grande parte del lessico giapponese si compone di jukugo, ma ci sono anche alcuni casi in cui un kanji singolo utilizza la lettura cinese - questo perché, in genere, non esisteva un equivalente nativo.
In media le on'yomi sono di una-due sillabe.

A meno che non vogliate diventare dei veri esperti, linguistici e filologi, non è il caso di entrare nel discorso, ma diamo un breve accenno: le letture on possono essere raggruppate in quattro categorie, in base al periodo in cui vennero importate. Non è rilevante perché e per come, né vi potrà mai servire sapere quale lettura viene da quale periodo, ma può essere interessante sapere ad esempio che alcune letture di alcuni kanji comuni sono diverse perché fanno parte del lessico religioso entrato per primo in Giappone con la scrittura:
明: normale on'yomi è MEI ma c'è una seconda lettura, MYOU che significa illuminazione spiriturale, saggezza.
極楽 gokuraku paradiso, letteralmente [posto di] estremo piacere che viene da 極 cui prima lettura on è KYOKU e 楽 RAKU che abbiamo già trovato, si legge GAKU quando si riferisce alla musica.

È bene sottolineare che avere queste informazioni non è essenziale, anzi, ma è forse comunque bene saperlo per non confondersi più avanti. Dovete pensare che conoscere le letture cinesi vi dà un'enorme marcia in più per azzardare la pronuncia di una parola nuova che non conoscete, e magari capire subito anche il significato - cosa che fanno i giapponesi, e a volte neanche loro sono esenti da figuracce.

Ora facciamo qualche esempio - metterò il trattino solo per mostrarvi quale kanji ha quale lettura:
食事 shoku-ji pasto       性格 sei-kaku carattere           選択 sen-taku scelta
自由 ji-yuu libertà         弁当 ben-tou pranzo in scatola  散歩 san-po passeggiata
大戦 tai-sen guerra       深夜 shin-ya notte fonda         信頼 shin-rai fiducia

Come abbiamo detto ci sono anche dei kanji che da soli utilizzano la lettura cinese:
辺 HEN vicinanze         線 SEN linea/filo      円 EN yen/cerchio
段 DAN grado/gradino     三 SAN tre     天 TEN cielo (paradiso) - antica kun'yomi ama
市 SHI città              師 SHI esperto/maestro
死 SHI morte           詩 SHI posia - a volte viene assimilato da 歌 uta canzone

La forte omofonia di questi casi viene dal processo di semplificazione fonetica di cui abbiamo già parlato, questo significa che la varietà di suoni (e toni) del cinese è stata modificata per accomodare la ristretta capacità fonetica del giapponese.

Ora passiamo alla kun'yomi.
Si tratta della lettura delle parole native che possono comporsi di fino a cinque sillabe.
La logica in molti casi è questa: quando vennero importati i kanji dalla Cina si provvide a notare se fosse esistita già una parola corrispondente nativa. Se c'era, la pronuncia nativa diventava la kun'yomi del nuovo kanji. Prendiamo in esame il kanji 頭 che significa testa e che si pronunciava TOU. I giapponesi dicevano atama per dire testa, così atama è diventata la kun'yomi di 頭.
Sono spesso da soli, ma altrettanto spesso li trovano accomagnati da hiragana - le sillabe fuori dal kanji vengono definite 送り仮名 okurigana, cioè sillabe in kana che completano la pronuncia di una data parola.
Possiamo dire che in genere si hanno parole di 2-4 sillabe, con rari casi come 志 kokorozashi volontà/intenzione, 政 matsurigoto governo, 承る uketamawaru comprendere/sapere/sentire, peraltro tutti kanji che vengono usati quasi sempre in jukugo (parole composte di più kanji) e non così, da soli.
Inoltre alcuni kanji hanno lo stesso significato, conferendo diverse sfumature in base al caso.
Alcuni casi possono essere:
見る/診る/観る/看る/視る si leggono tutti miru e significano tutti guardare ma non tutti allo stesso modo. Il primo è quello più usato in generale, il secondo lo si usa in casi come "fatti guardare da un medico", il terzo è con più attenzione (ammirare fiori o guardare film), il quarto si usa nell'accezione di prendersi cura di/ badare a un malato, l'ultimo sottintende uno sguardo più fisso - è il meno usato, peraltro.
聞く/聴く/訊く si leggono tutti kiku e significano tutti sentire (con l'udito) e chiedere. In questo caso si può dire con certezza che il primo è il più comune, il secondo è utilizzato più con l'accezione di sentire - specialmente con più attenzione - e il terzo è usato un po' più spesso per il verbo chiedere.

Esempi di parole con lettura giapponese:
hi sole/giorno     日頃 higoro abituale       日傘 higasa parasole
inu cane             猫 neko gatto               馬 uma cavallo

Esempi di parole con lettura giapponese + okurigana:
 概ね oomune in generale     未だ imada/mada (non) ancora
生きる ikiru vivere     死ぬ shinu morire


Diverse parole usano entrambe le letture:
場所 baSHO luogo/posto   番組 BANgumi programma tv/radio
台所 DAIdokoro cucina
+ diverse parole con 具 GU strumento e 本 HON libro/origine (quando solo, significa libro)

Esistono poi diverse parole che si scrivono con kanji che ne esprimono il significato, ma con una lettura del tutto particolare:
今朝 kesa stamattina     今日 kyou oggi      昨日 kinou ieri     明日 asu/ashita domani
水面 minamo superficie dell'acqua    大人 otona adulto
海苔 nori alga nori            海豚 iruka delfino (lett. maiale di mare)
煙草 tobako tabacco - ormai scritto quasi esclusivamente in katakana (lett. erba da fumo)

Ci sono anche alcune parole che, nonostante una scrittura standardizzata, a volte hanno una lettura alternativa per dare sfumature diverse - questo si nota chiaramente allo scritto, dove si può avere una seconda chiave di lettura o sfumature che la lingua parlata non può conferire:
翡翠 hisui smeraldo - scritto spesso in katakana e comunque letto anche エメラルド EMERARUDO
紅い kurenai rosso cremisi - spesso assimilato e letto come 赤い akai rosso
hane piuma - a volte letto 翼 tsubasa ali

Tramite questo processo si possono creare parole nuove o sfumature che si notano solo leggendo - e pronunciando deliberatamente le parole come si preferisce. Si badi bene che questo processo è arbitrario e del tutto non necessario, dipende dalla volontà dell'autore.
ライオン RAION leone potrebbe essere scritto 雷音 raion da 雷 fulmine e 音 suono: questo creerebbe un gioco di parole perché pronunciato creerebbe l'immagine dell'animale, scritto quella di un tuono.
Giochi di parole di questo genere vengono ampiamente utilizzati nella multimedialità - anime, videogiochi, canzoni - e molti cantanti amano scrivere così i loro testi, dando una seconda lettura.
toki tempo può esser scritto come 瞬間 shunkan istante o 時空 jikuu spazio-tempo.

Allo stesso modo, all'interno di un contesto chiuso è facile che un kanji abbia una lettura abritraria limitata al suo uso lì e non in altri: se l'autore così decide, potrei leggere 龍の涙 ryuu no namida lacrima di drago come ドラゴンティア DORAGON TIA dragon tear.

È interessante conoscere quelle parole chiamate 当て字 ateji, cioè quelle parole utilizzate esclusivamente per il loro valore fonetico, senza alcun legame col significato.
Si tratta spesso di parole legate a paesi e nazionalità, e in pochi rari casi di aggettivi o altro.
亜米利加 amerika Stati Uniti       伊太利亜 itaria Italia      独逸 doitsu Germania (dall'olandese Duits)
阿弗利加 afurika Africa       欧羅巴 yooroppa Europa        倶楽部 kurabu club
寿司 sushi sushi                矢鱈 yatara a casaccio
出鱈目 detarame fatto male, nonsense, str***ata (sia aggettivo/avverbio che sostantivo)
Nel giapponese di oggi i kanji degli ateji sono quasi sempre sostituiti dal katakana.

Ci sono alcuni simboli da conoscere, almeno di vista:

si utilizza dopo un kanji per ripeterlo, in genere con un piccolo cambio di pronuncia - il 連濁 rendaku, di cui parleremo!
時々 tokidoki ogni tanto    様々 samazama vario    人々 hitobito le genti

si utilizza a volte come contatore con la pronuncia ka:
一ヶ月 ikkagetsu l'arco di un mese (ichi uno, ka contatore, getsu mese)
三ヶ国 sankakoku tre paesi (san tre, ka contatore, koku paese)
una forma desueta per un possessivo ormai cristallizzata solo in alcuni nomi di luogo:
藤ヶ丘 fujigaoka

E con questo, finalmente, chiudiamo la nostra lunga e tediosa introduzione!
A presto, con i primi passi nella lingua!


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