martedì 13 marzo 2012

Introduzione ai Kanji I 漢字って何だよ?!前編


Prima di parlare di qualsiasi altra cosa più "pratica", è il caso di parlare dei 漢字 Kanji.
La parola Kanji è composta da due kanji, 漢 kan cinese e 字 ji simbolo/lettera/carattere.
Questo perché sono, di fatti, dei caratteri che i giapponesi importarono dalla Cina.

Ora, la storia è molto articolata e la verità non si sa per certo. Quello che possiamo affermare è che intorno al VI secolo i giapponesi - sebbene avessero una lingua parlata - si ritrovarono a dover importare la scrittura dei vicini cinesi.
Per un periodo si cercò di creare un punto di incontro tra le due lingue, utilizzando il 漢文 kanbun il cinese letterario con note e aggiunte per adattarlo al giapponese - con cui, però, condivide ben poco avendo una grammatica profondamente diversa. Una volta che i kanji si stabilirono per esprimere le parole giapponesi, una grande quantità di parole cinesi confluirono nel lessico nipponico.

Ad oggi i kanji sono utilizzati per scrivere le suddette parole sino-giapponesi, nomi (comuni e propri), radici di verbi e aggettivi e in alcuni casi dei prestiti. La parte grammaticale e flessa del discorso viene espressa con l'hiragana.

L'istruzione giapponese prevede che ogni giapponese conosca circa 2200 kanji alla fine delle superiori. Questi sono chiamati 常用漢字 jouyou kanji kanji d'uso quotidiano, e sono composti da 1006 教育漢字 kyouiku kanji kanji d'istruzione - insegnati alle elementari - più i 1130 insegnati alle superiori.

È importante sapere che ogni kanji è composto di un radicale, cioè una parte principale - quasi sempre facilmente riconoscibile - che conferisce il campo semantico, cioè l'argomento a cui si riferisce, e uno o più componenti che completano e spesso conferiscono la pronuncia.
Più avanti troverete qualche esempio che potrà illustrarvi meglio di cosa si tratta!
L'argomento è assai ampio e complicato, ma per ora ci basta sapere questo.

Seguendo il percorso storico di cui abbiamo parlato, distinguiamo due sistemi di lettura per ogni kanji - che ha almeno una lettura, e in media due.
 1. La prima lettura è detta 訓読み kun'yomi, o lettura giapponese o secondo la scrittura. È la pronuncia nativa giapponese, quella che si usa per le radici dei verbi, degli aggettivi, e i sostantivi nativi.
2. La seconda lettura è detta 音読み on'yomi, o lettura cinese, o secondo il suono. È la pronuncia importata dalla Cina e riadattata al giapponese, che si usa in gran parte per i sostantivi. È detta anche pseudo-cinese.
Si può dire senza paura di sbagliare che la cosa più difficile di questa lingua è di fatti saper leggere correttamente i kanji. Si tratta in ottima parte di buona memoria, ma non solo questo...vedremo insieme perché.


Per quanto non sia poi così importante impararla a memoria, lo è almeno conoscere la categorizzazione ufficiale che li suddivide così:

1. 象形文字 shoukei moji pittogrammi
Sono la minor parte dei kanji di oggi. Come potete immaginare, sono dei caratteri che esprimono un'idea tramite un disegno che col tempo è stato stilizzato fino a dare ciò che scriviamo oggi.
Un piccolo esempio può essere qui:












2. 指示文字 shiji moji ideogrammi indicativi
Simili ai pittogrammi, non vengono da un disegno ma sono un altro modo per esprimere un concetto tramite astrazione. Ad esempio abbiamo:
一 uno      二 due      三 tre      上 sopra      下 sotto

3. 会意文字 kaii moji ideogrammi composti
Sono composti di due o più pittogrammi che prendono il proprio significato dall'unione dei componenti. Ad esempio:
人 persona + 木 albero = 休 riposare (dall'idea di un uomo che si poggia su un albero)
木 albero + 木 albero + 木 albero = 森 foresta
日 sole + 月 luna = 明 luminoso

4. 形成文字 keisei moji ideogrammi radicale-fonetici
Sono ideogrammi che hanno un radicale che ne identifica il significato, e una parte che ne identifica la pronuncia. Sono la stragrande maggioranza dei kanji di oggi - si parla di circa il 90%.

Esempio radicale: 語, 許, 議, 読 e molti altri condividono il radicale 言 che significa dire/parola. I componenti daranno la pronuncia, mentre possiamo star certi che il significato avrà qualcosa a che fare con la parola.
Esempio fonetica: 時, 痔, 持, 侍 hanno tutti la on'yomi ji, in quanto condividono il componente 寺 che si pronuncia così. Ci sono tuttavia eccezioni come 待 tai e 特 toku.

5. 転注文字 tenchuu moji ideogrammi dal significato esteso
Un gruppo di ideogrammi poco chiaro e obiettivamente poco chiaro anche a chi li ha identificati. Si intende, in teoria, un gruppo di kanji etimologicamente vicini ma diversi in pronuncia e significato. Un esempio può essere 老 rou anziano/invecchiare e 考 kou pensare/considerare, apparentemente simili o uguali nella loro pronuncia in Cinese antico. Un altro è 楽 che distingue due pronunce e due significati, raku piacere/agio e gaku musica.
La pertinenza non è del tutto chiara, ma come abbiamo già detto non lo è neanche per chi ha inventato questa nomenclatura.

6. 仮借文字 kashaku moji ideogrammi rebus
Usati laddove combinare altri kanji era difficoltoso, sono essenzialmente ideogrammi esistenti alterati per conferire un nuovo significato. 風 vento viene da 鳳 Feng/Fenice.
Al contrario: 北 significa nord, ma in origine significava schiena, ora scritto 背, o 砂 sabbia in origine veniva scritto 少 poco numeroso.

Finisce così la nostra impegnativa introduzione ai Kanji. A prestissimo la seconda e conclusiva parte!
La prossima volta parleremo meglio di kun'yomi e on'yomi, e daremo le ultime dritte su scrittura e lettura... l'ultimo passo prima del vero inizio!
チャンネルはそのまま!

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